Per costruire un cartamodello si possono usare diversi metodi, ogni scuola ha il suo e ogni persona personalizza il proprio modo di crearli.
Basta digitare in google “creare un cartamodello” e si aprono una valanga di link che permettono di creare l’impossibile. Anche in libreria ci sono molti libri semplici ed intuitivi scritti a seconda dei vari livelli di esperienza. È sicuramente possibile imparare da soli a disegnarli, però credo che imparare da una persona esperta, la mamma, la nonna, un’amica sarta, o investire qualche soldo per iscriversi ad un corso di taglio e cucito è sicuramente la cosa più giusta ed importante da fare perché getta le basi per una lettura corretta dei vari simboli e permette di essere indipendenti nel personalizzare il più possibile il modello.
Per quanto mi riguarda sono cresciuta con una mamma “sarta”. Per molti anni ha cucito tantissimi vestiti e ogni volta che lavorava le stavo accanto e guardavo mentre lei mi spiegava cosa stava facendo. Prendevo i suoi scarti di tessuto e li cucivo con ago e filo modellandoli sulle Barbie. Ovviamente il risultato finale non era niente di indossabile ma nella mia mente di bambina la Barbie era vestita da gran sera! Col tempo e con gli insegnamenti della mamma sono riuscita ad arrangiarmi per fare piccole cose, dagli orli ai pantaloni a oggetti vari in tessuto ma niente di troppo complesso e vedevo che comunque le cose non venivano bene come volevo. Così due anni fa ho deciso di iscrivermi ad un corso di taglio e cucito, organizzati dall’università popolare della mia città e devo dire che sono stati i soldi meglio spesi della mia vita.
Non ho pagato eccessivamente proprio perché questi circoli culturali si occupano di organizzare corsi di ogni tipo accessibili a chiunque. Di queste università ce ne sono quasi in ogni città e gli orari sono per la maggior parte adatti alle persone che lavorano. In alternativa ci sono i corsi di cucito che solitamente organizzano nelle parrocchie o nei patronati, sicuramente economicamente affrontabili ma spesso organizzati con orari pomeridiani un po’ difficili da frequentare per chi lavora. Infine le scuole di moda con orari solitamente serali ma spesso con i corsi più costosi per via degli attestati di frequenza che rilasciano. Insomma un corso di cucito si trova sempre durante l’anno, basta valutare bene le proprie esigenze e le proprie risorse.
Il corso che io ho frequentato prevedeva due parti:
la prima teorica con alcune ore di lezione di storia della moda e dei tessuti ponendo l’attenzione in particolare al loro utilizzo migliore;
La seconda pratica in cui imparavamo la costruzione di due cartamodelli tipo. La gonna base (e alcune sue varianti) e la camicia (che con alcuni piccoli cambiamenti è diventata anche una maglia).
Infine la realizzazione di questi due capi di abbigliamento e la spiegazione di tutti gli extra come asole e bottoni, maniche, polsini, colletti ecc.
Una volta imparato il metodo di disegno e lettura di un cartamodello si riesce a crearne per se stessi o per altre persone e declinarli per taglie differenti oppure utilizzare quelli già pronti con più dimestichezza. Nelle riviste specializzate o nei siti se ne trovano davvero tantissimi, già pronti nelle varie taglie. Burda (sia rivista che sito web) sotto questo aspetto è il mio “spacciatore” di fiducia perché suddivide i cartamodelli a seconda del grado di difficoltà. Una cosa di cui mi sono accorta però è che essendo misure tedesche, sono leggermente più grandi di quelle a cui siamo abituati in Italia, quindi bisogna porre particolare attenzione quando si va a tagliare la stoffa e successivamente ad imbastire le varie parti, provando spesso il capo e riprendendo le cuciture adattandole al meglio alla nostra figura, ma alla fine è questo il bello dei capi fatti su misura, si disegnano e creano sul nostro fisico per farli adattare alla perfezione cosa che non sempre succede comprando i vestiti con taglie standard imposte dalle case di moda.
Per la Tulip Tee, ho fatto riferimento ad un modello base che ho imparato a scuola di cucito e poi l’ho personalizzata nei bordi, nelle maniche e nel retro. Tra l’altro la cosa più bella è che quel modello base l’ho usato già diverse volte con risultati diversi ogni volta in base alle modifiche che apportavo. Se vi interessa vedere il cartamodello o vi va di parlarne in modo più approfondito scrivetemi un commento o mandatemi una mail.
Un’altra cosa molto importante che ho imparato al corso, e che prima davo per scontata, è il corretto taglio del tessuto. È necessario controllare sempre i due punti fondamentali: la cimosa e il drittofilo.
La cimosa è il bordo rifinito della stoffa, molte volte è di tessuto più fitto rispetto al resto e spesso presenta dei buchini, mentre il drittofilo è la linea parallela alla cimosa. Solitamente nel suo senso il tessuto risulta meno elastico. Per questo spesso il centro dietro e il centro davanti si posizionano sul drittofilo così facendo una volta confezionato il nostro abito, avremmo una stoffa che cade meglio e con una buona vestibilità.
È possibile piegare il tessuto in vari modi a seconda delle esigenze. La piega più comune è quella comunemente detta Semplice. Si piega a metà il tessuto in modo che le due cimose si sovrappongano e le due parti dritte si tocchino ottenendo così capi di vestiario con aperture anteriori o posteriori. Poi c’è la piegatura Parziale in cui una cimosa viene piegata al centro del tessuto e serve per tagliare cartamodelli asimmetrici. Oppure la piegatura a Libro in cui le due cimose combaciano.
Anche gli strumenti che si utilizzano sono estremamente importanti. So che sembra una frase banale ma è sempre importante capire che alle volte alla base di un buon lavoro c’è l’utilizzo dello strumento più corretto possibile. Si tende sempre a voler risparmiare ma spesso su alcune cose è meglio investire in qualità (che a lungo termine ripaga). Quindi ricordate che le forbici devono essere sempre affilate e ben oliate, in modo da non rovinare il tessuto. È sempre meglio averne due, una per tagliare la stoffa ed una per il cartamodello. Ricordatevi sempre di tenerle appoggiate al tavolo quando tagliate e non sospese, eviterete così di andare storti e quindi tagliare male il tessuto.
Procuratevi diversi tipi di aghi con le punte più adatte ai vari tipi di tessuto. Non è mai bello vedere in un tessuto leggero i segni dei fori dell’ago grosso utilizzato.
Avere sempre un buon metro e delle stecche con le misure ben definite, se cominciano a scolorire meglio cambiare.
Cercare di avere a disposizione filati sia in cotone che sintetici così si può utilizzare quello più adatto al tessuto.
Infine una buona macchina da cucire. Ce ne sono molte in commercio e in diverse fasce di prezzo, cercate di capire quali sono le vostre esigenze e il vostro livello di esperienza e fate una buona ricerca tra negozi fisici ed online, sui siti delle case produttrici e anche tra i modelli usati e scegliete quella più adatta a voi. È inutile partire con un modello super accessoriato e ultra tecnologico quando si è alle prime armi, meglio imparare prima a fare cuciture dritte e sicure con una macchina base e poi quando si è sicuri di voler proseguire la strada del cucito trovare la macchina che più si adatta ai nostri lavori.
Ma ora ditemi voi come avete imparato e quali sono i vostri oggetti indispensabili!
.. Polga.Dot ..